Premessa necessaria: purtroppo, non riesco a svestire mai i panni della traduttrice, neppure quando leggo per puro diletto. Perciò mi capita spesso di starmene lì, con il mio bel romanzetto, convinta di rilassarmi, e invece il mio cervello parte per viaggi lunghissimi – spesso di sola andata.
Nei giorni scorsi, per esempio, stavo leggendo un romanzo francese, e ogni due per tre, come mi succede sempre, mi domandavo: questo come lo tradurrei? Finché uno dei tanti questo come lo tradurrei? mi ha – giustappunto – fatta partire per un lungo viaggio.
Ecco il passaggio “incriminato”:
Est-ce que j’aurais envie de faire du sport en équipe, comprendre qu’on me hurle « Putain, la balle ! », aller dans des pubs partager des small talks, faire carrière dans le marketing, répondre au téléphone avec l’aisance de Cathy+, gérer des équipes, faire des brainstormings, avoir des responsabilités, aller voir des films français.
Un po’ di contesto: la giovane protagonista sta per sottoporsi a un impianto cocleare e immagina una serie di cose che potrà finalmente fare una volta recuperato l’udito. Cose comuni, perfino banali per chi ci sente: fare sport di squadra, fare due chiacchiere al pub, lavorare nel marketing, rispondere al telefono, coordinare un team, partecipare ai brainstorming, avere responsabilità, e andare a guardare film francesi.
Quando sono arrivata a quel punto, ho subito pensato: Eh no, in italiano così non funziona.
E non funziona perché i lettori italiani, per lo più, non sanno – e non sono tenuti a sapere – che in Francia, o almeno a Parigi, al cinema non danno film doppiati (o almeno ne danno pochissimi e in pochissime sale). I film stranieri, quale che sia la lingua, sono proiettati in VOSTF, cioè in versione originale con i sottotitoli in francese. Gli unici film non sottotitolati sono proprio quelli francesi. E questo mi fa supporre che la protagonista vada regolarmente al cinema, a vedere solo film stranieri però, perché essendo sottotitolati può seguirli, cosa che invece le riesce difficile con i film francesi.
Per chi ignora questo dettaglio, questo piccolo scarto culturale, una frase come andare a guardare film francesi non ha molto senso.
In un caso del genere, il traduttore dovrebbe porsi il problema e trovare una soluzione.
Come sempre, di soluzioni possibili ce ne sono tante, alcune più azzeccate (almeno secondo me), altre meno, ma tutte – appunto – possibili.
A qualcuno, per esempio, potrebbe venire in mente di tagliare il passaggio incriminato. Ragionamento: è una lista di cose, il senso si è capito, anche se omettiamo i film va bene uguale. Non sono d’accordissimo. Mi sembra una scelta pigra e ingiustificata.
Qualcun altro, magari, potrebbe pensare di semplificare e scrivere guardare film/andare al cinema (il cinema è sottinteso visto che dice aller voir, senza il cinema di mezzo non ci sarebbe stato aller ma un semplice voir). In questo modo però, mi sembra che il senso venga un po’ travisato: perché quella specifica sui film francesi mi porta a immaginare che la ragazza guardi film – magari solo quelli stranieri al cinema, magari altri a casa, in tv, con i sottotitoli per non udenti.
In un caso del genere, io mi muoverei in un’altra direzione, tentando – nei limiti del possibile – di salvare il salvabile e perdere meno informazioni possibili, e scriverei qualcosa tipo: andare a vedere anche i film senza sottotitoli. Certo, mi direte, qualcosa si perde comunque – ma la perdita è insita nella traduzione, si perde sempre qualcosa; il giochetto consiste nel tentare di bilanciare, di (ri)guadagnare altrove, in un perenne esercizio di equilibrio.
E la NdT? potrebbe dirmi qualcuno – anzi, mi ha detto qualcuno. Diciamo che la NdT è una specie in via di estinzione, generalmente poco amata da editori e redazioni – e io stessa non sono una sua grandissima fan, a meno che non sia davvero necessaria. E in questo caso – ma chiaramente potrei sbagliarmi – mi pare non lo sia.
I libri, i romanzi sono pieni di piccoli scarti culturali come questo, e se tutte le volte inserissimo una NdT non ne usciremmo più. Certo, sarebbe ben diverso se la ragazza fosse un’appassionata di cinema, se quel passaggio avesse un peso specifico importante nell’economia del libro, ma non è questo il caso.
DISCLAIMER: I miei post non hanno la presunzione di rivelare la verità assoluta. Sono solo riflessioni di una traduttrice tra tante. Dicono qualcosa del mio approccio a questo lavoro, che non è l’unico e – soprattutto – non è necessariamente quello migliore. Ma tant’è.